Venezia. Mons. Moraglia, “portate i pesi gli uni degli altri”

Venezia. Mons. Moraglia, “portate i pesi gli uni degli altri”

Le notizie di queste ultime ore delineano per il nostro territorio un quadro difficile e in continua evoluzione per quanto riguarda la diffusione del virus Covid-19 che si sta propagando tra la nostra gente; queste ore sono decisive per contrastarlo.

Tutti siamo chiamati a collaborare attraverso un comportamento responsabile che si traduce nella scelta di rimanere nelle nostre case: questo è il nostro contributo come cittadini.

Sono grato alle comunità cristiane che, guidate dai loro sacerdoti, stanno rispondendo a questa situazione, cercando di custodire legami fraterni, di vivere forme comuni di preghiera e di catechesi, pur a distanza, e di non tralasciare l’impegno caritativo a favore dei poveri e più fragili.

Come cristiani siamo anche chiamati a rivolgere a Dio una preghiera più intensa, unita a qualche atto penitenziale, espressione anche di questo tempo quaresimale, secondo quanto è nelle possibilità e suggerisce la fede di ciascuno.

Divenga nostra la preghiera del Santo Padre “per i pastori che devono accompagnare il popolo di Dio in questa crisi: che il Signore dia [loro] la forza e anche la capacità di scegliere i migliori mezzi per aiutare”; poiché “Le misure drastiche non sempre sono buone”, che ”lo Spirito Santo dia ai pastori la capacità e il discernimento pastorale affinché provvedano misure che non lascino da solo il santo popolo fedele di Dio”; che il Popolo di Dio continui a sentirsi “accompagnato dai pastori e dal conforto della Parola di Dio, dei sacramenti e della preghiera” (Messa a S. Marta, 13 marzo 2020).

Il vescovo e i presbiteri continuano a portare quotidianamente nella celebrazione eucaristica – che non è mai fatto privato – il popolo loro affidato che, a sua volta, pur non potendovi partecipare fisicamente, sa di essere coinvolto in questo “rendimento di grazie” nella realtà del Corpo Mistico.

La dolorosa situazione presente richiede che le nostre case diventino luogo di preghiera, di più intensa vita cristiana, di carità vissuta nel Signore Gesù. La voce delle campane, che esprime in certo qual modo i sentimenti del popolo di Dio e ne manifesta il mistero della sua unità in Cristo Signore (cfr. Benedizionale, n. 1455), ci potrà aiutare suonando al mattino, a mezzogiorno e alla sera.

Il suono serale delle campane inviti a un tempo di preghiera in cui ci si unisce spiritualmente al parroco e a tutta la comunità parrocchiale – pur rimanendo nella propria abitazione – anche aiutati dagli strumenti tecnologici, con l’ascolto della Parola di Dio, o la recita del Santo Rosario o dell’Angelus, o di quant’altro lo Spirito vorrà suggerire. La nostra preghiera sia per i malati, i defunti, i familiari, i medici, gli operatori sanitari, i volontari, le autorità pubbliche; una preghiera forte, soprattutto per chi è maggiormente in difficoltà.

Invito tutti a partecipare, nelle forme che in seguito verranno precisate, alla preghiera comunitaria indetta dalla Conferenza Episcopale Italiana in occasione della Festa di San Giuseppe, che si potrà seguire in diretta su TV 2000, giovedì 19 marzo alle ore 21.00.

Viviamo un momento difficile per il nostro paese, per le nostre famiglie e per ciascuno di noi; la preghiera, il riferimento a Dio, insieme alla carità che si manifesta anche in uno stile di vita responsabile nei confronti degli altri, sia ciò che ci guida nel compiere gesti umanamente saggi e cristianamente fondati, per essere a tutti segno di fiducia e di speranza.

Affidando la nostra Chiesa all’intercessione della Madonna della Salute, torno a invocare l’aiuto del Santissimo Redentore e tutti benedico di cuore