Vescovo e sacerdoti si autotassano e donano 10mila euro all’Ospedale di Cona

Vescovo e sacerdoti si autotassano e donano 10mila euro all’Ospedale di Cona

Nell’Arcispedale di Sant’Anna di Cona continua con lo stesso spirito di servizio – pur con alcune limitazioni – il ministero del cappellano don Giovanni Pertile. “Con la Direzione Medica ho concordato la mia attività per questa nuova fase emergenziale”, sono sue parole. “In un primo momento mi era stato chiesto di muovermi solo su chiamata, poi, quando le cose si sono un po’ assestate e il quadro della riorganizzazione dei reparti è stato stabilito, ho ricominciato il servizio pastorale presso quei reparti potenzialmente accessibili. Sono stato anche chiamato in rianimazione Covid, potendo stare però nella zona di sicurezza, per impartire ai malati, su richiesta dei parenti, benedizioni e fare per loro particolari preghiere. Si è ovviamente intensificata anche l’attività presso la camera mortuaria, per la benedizione delle salme dei defunti che non possono più ricevere le esequie come in tempo normale.

Personalmente – prosegue don Pertile – ricevo chiamate di persone che mi chiedono di fare una visita ai loro familiari, in quanto non riescono a raggiungerli e, come si può ben immaginare, i più fragili e sconsolati sono gli anziani.

Posso dire di aver ‘intensificato’ la preghiera per tutti e alcuni, tra medici e infermieri, mi chiedono loro stessi preghiera o anche assistenza spirituale. Li vedo frequentare di più la cappella per la loro personale devozione. E’ innegabile che la nostra vita si senta particolarmente toccata e molte domande crescano in noi per ciò che sta accadendo”.

L’Arcivescovo Mons. Gian Carlo Perego ha scelto di manifestare la propria vicinanza alle persone ricoverate, ai loro cari e al personale anche presiedendo a porte chiuse, stamattina, 13 aprile, Lunedì dell’Angelo, la S. Messa nella cappella dell’Ospedale di Cona insieme allo stesso don Pertile (nella foto, i due insieme stamattina).

Nell’omelia Mons. Perego ha riflettuto su come “l’angelo, che annuncia la risurrezione alle donne, oggi ci ricorda che il Signore è vivo, è tra noi. L’angelo ci ricorda questa presenza del Signore, che passa anche attraverso la vicinanza e la presenza e la prossimità di operatori sanitari, medici e infermieri”. “Ci sono momenti di paura, di sofferenza, di dolore – come quelli che ancora stiamo vivendo – che sembrano farci guardare soprattutto al Crocifisso, soprattutto in un luogo come

l’Ospedale, questo ospedale. L’angelo del Signore, invece – sono ancora le sue parole -, oggi ci aiuta a guardare alla risurrezione, alla vita, alla salute, alla rinascita. E’ la speranza cristiana: non un semplice sentimento, ma una virtù, una virtù teologale, che aiuta ad attendere, a vigilare, a cercare, a incontrare il Signore per leggere ogni vicenda umana con gli occhi della fede”.

“L’Ospedale è il luogo dove si sperimenta la grande speranza, che passa attraverso la prossimità e la cura, ma anche il dolore delle persone“, ha proseguito. “L’Ospedale è la casa della speranza, è la nostra casa (…). La risurrezione crea fraternità, condivisione, è fonte e forma della speranza“: “questo tempo che stiamo vivendo chiede a ciascuno di noi di vincere la paura per annunciare la risurrezione. Cristo risorto è la nostra speranza. Auguro ai medici, infermieri, a tutto il personale, ai malati di questo Ospedale, delle case della salute e agli anziani delle case di riposo e delle case famiglia di non avere paura a sentire e vivere la speranza che la Pasqua ogni anno, anche quest’anno in maniera particolare, ci regala“.

La vicinanza della nostra Chiesa locale si è concretizzata in questi giorni anche attraverso la donazione da parte del Vescovo e dai sacerdoti, della somma di 10mila euro, grazie ad una autotassazione del proprio stipendio.