VI Domenica di Pasqua. La meditazione di mons. Pennisi

VI Domenica di Pasqua. La meditazione di mons. Pennisi

Questa sesta domenica di Pasqua anticipa le solennità dell’Ascensione e della Pentecoste, che celebreremo nelle due prossime domeniche, nelle quali sarà possibile partecipare, con le dovute cautele, anche fisicamente alla celebrazione eucaristica. Nel Vangelo di oggi Gesù ci rivela il vero volto di Dio, che è il volto dell’amore e della misericordia, che ci viene trasmesso con il dono dello Spirito Santo, che è l’amore eterno tra il Padre e il Figlio.

Gesù nel suo testamento spirituale, prima della sua passione, ci promette che non ci lascerà orfani. Essere orfani, cioè privati della presenza di una persona amata, di un sostegno morale, di un punto di riferimento sicuro è un’esperienza che, in forme diverse, tutti facciamo e che abbiamo fatto in questi mesi di isolamento e di smarrimento, senza abbracci, senza relazioni reali, senza vita comunitaria.

Gesù ci promette che il Padre non ci abbandonerà perché ci donerà un altro “Paraclito”, che assieme a Gesù rimarrà con noi e in noi per sempre. “Paraclito”: vuol dire consolatore, consigliere, avvocato, difensore, protettore che ci sta sempre vicino. Attraverso l’esperienza dello Spirito di Verità, la nostra conoscenza di Dio non è quella di un Dio lontano che provoca paura, ma di un Padre vicino a ciascuno di noi, che manda il suo Figlio, morto in Croce per noi, per manifestarci il suo profondo amore. L’amore che Dio ci dona ci chiede una risposta personale caratterizzata dall’amore.

Gesù ci dice: “Se mi amate, osserverete i miei comandamenti”. L’osservanza dei comandamenti non è un dovere imposto, un obbligo esterno, ma un atto libero di riconoscenza per chi ci ha amato fino a donare la sua vita per noi.  Solo perché ci sentiamo amati possiamo amare dell’amore gratuito, gioioso e generoso degli innamorati. Amare Gesù e accogliere il comandamento dell’amore è partecipare dello spesso amore che anima Gesù nel suo rapporto intimo col Padre e non sentirci più orfani, perché abbracciati per sempre dal Padre ricco di misericordia. La conseguenza della osservanza del comandamento dell’amore è la gioia e la pace che supera ogni paura, ogni tristezza e ogni solitudine esistenziale.

Invochiamo il dono dello Spirito Santo, consolatore perfetto, ospite dolce dell’anima, dolcissimo sollievo, perché ci sostenga nella tribolazione, ci conforti nello scoraggiamento, ci difenda nella tentazione, ci illumini nell’incertezza, ci liberi nei pericoli.