In un grande cortile accanto alla chiesa di Santa Maria una decina di persone in fila attende di potersi avvicinare alla veranda dove i volontari (Carlo, Mari, Antonio, Angela…) sistemano con cura i prodotti della distribuzione viveri della Caritas parrocchiale. Aldo, volontario storico, racconta come durante l’emergenza si siano organizzati per consentire a ciascuno di scegliere ciò di cui ha bisogno, passando (viste le necessità) dal distribuire una volta al mese ad attivarsi tutti i giovedì pomeriggio, comprese le consegne a domicilio.
Le segnalazioni di chi ha bisogno arrivano dai membri della Caritas o dalle parrocchie: i prodotti arrivano dal Banco Alimentare, dalla Caritas di Saluzzo o da donazioni di cittadini … pasta, tonno, latte, biscotti sono stipati in un piccolo magazzino; da 5 a 10 persone vengono servite con la consegna a domicilio, un’operazione non sempre facile: “sono situazioni delicate – spiega Aldo – spesso si tratta di persone che hanno anche voglia di parlare con qualcuno; in realtà parlando con loro scopri che è una povertà soprattutto di relazioni, sono persone che non hanno la possibilità di farsi aiutare da qualcun altro”.
Ci sono tanti volti giovani dietro le mascherine: sono ragazzi che hanno risposto all’appello di Don Marco (Instagram @caritassaluzzo). “Oltre che a sostituire i volontari storici – dice Aldo – i giovani sdrammatizzano il rapporto con le persone, sono sorridenti, con loro nasce un rapporto più libero; anche nelle visite a domicilio dove cerchiamo di andare con loro, serve molto a creare un legame con la persona che aiutiamo”.
Alla distribuzione arrivano sia italiani sia stranieri (soprattutto della comunità marocchina e albanese). Una giovane mamma marocchina si avvicina, consegna i documenti per ottenere la tessera e chiede del latte per i suoi due bambini… lei e il marito sono rimasti senza lavoro e in questi giorni cucinano dopo il tramonto per il Ramadan.
Anche a Verzuolo la carità non si ferma.