(Foto Siciliani-Gennari/CEI)

Brevi note della Segreteria Generale (30 marzo – 5 aprile 2020)

“L’Italia è un paese che amiamo molto, sia per il suo popolo, e sia anche per la comunione profonda che si è instaurata da tanto tempo con la Chiesa italiana: è una Chiesa che è sempre stata generosa con noi” attraverso “i missionari e le missionarie”, “i benefattori che ci appoggiano”, “i volontari che dedicano parte del loro tempo per portare a termine dei progetti di annuncio del Vangelo, di promozione umana e di servizio ai fratelli e sorelle più bisognosi”.

Lo scrivono i Vescovi della Guinea Bissau, con l’intento di “condividere i dolorosi momenti che state vivendo”, assicurando “il sostegno, la preghiera e l’affetto sincero e profondo”.

La lettera si unisce a quelle giunte da tante Chiese: esprimono “vicinanza, unità di preghiera e solidarietà alla Chiesa italiana” (Conferenza dei Superiori Maggiori dei Religiosi dell’Eritrea); “condivisione davanti a quanto i media ci presentano rispetto al male che vi ha colpiti e che non lascia indifferenti nessuno; non lasciamo che questa situazione di pericolo ci allontani in alcun modo gli uni dagli altri, ma rafforzi i nostri legami fraterni” (Senegal); “Esprimiamo la nostra sincera unità con la Conferenza episcopale italiana e vorremmo entrare in empatia con tutti voi, durante questo periodo di crisi. Mettiamo tutto nelle mani di Dio Onnipotente, donatore di vita e cerchiamo il suo favore e la sua grazia” (Bangladesh); “Siamo dispiaciuti e tristi per le immagini degli ospedali sopraffatti dal numero di malati, delle strade deserte e per il numero inarrestabile di morti: nelle mani del Buon Dio e della sua Beata Madre mettiamo le angosce e le speranze di tutti i parenti dei defunti, dei contagiati e di coloro che vivono nell’incertezza e nella disperazione” (Cuba); “Una particolare preghiera va al personale sanitario, che generosamente sta affrontando l’emergenza e a tutti coloro che, in diversi modi, con impegno, cercano di essere d’aiuto a chi è svantaggiato e a tutta la società” (Croazia); “Solidarizzando con il popolo italiano, oggi a mezzogiorno i vescovi lituani hanno indetto la preghiera per tutti i morti in Italia durante la pandemia nonché per chi è immerso nel lutto. Le campane di tutte le cattedrali lituane annunzieranno il momento di inizio della preghiera ed esprimeranno la speranza cristiana e il desiderio di affidarsi alla bontà del Signore” (Lituania); “Questa sera, davanti all’immagine della Madonna Nera del Santuario di Jasna Góra, verrà celebrata la Santa Messa per tutti gli italiani colpiti dall’epidemia (Polonia). “Siete un grande popolo, avete un grande cuore, avete la fede che aiuta a vedere che la nostra vita deve andare avanti e va avanti: vi ringraziamo per la testimonianza che state dando” (Albania). “Vi ricordiamo, memori di quanto la Chiesa italiana, la CEI e la Caritas italiana hanno fatto molto per l’Iraq e per la nostra Chiesa, in modo particolare per i profughi”. (Kurdistan iracheno). “Siamo davanti al Santo Sepolcro a Gerusalemme, il luogo più santo per tutti i cristiani del mondo, il luogo nel quale Gesù ha vinto la morte risorgendo il mattino di Pasqua. Desidero dire a ciascuna e ciascuno di voi che, in questo luogo, noi frati della Custodia di Terra Santa, come pure i nostri fratelli Greci e Armeni, stiamo pregando per voi ogni giorno. Carissimi amici italiani, continuate a credere, continuate a sperare, continuate ad amare. Coraggio!” (Custode di Terra Santa).

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Questi sono passaggi delle tante lettere che giungono in questi giorni alla CEI dalle Chiese di ogni dove, contribuendo a dare un volto alla comunione che abbraccia credenti e popoli di tutto il mondo, significativamente a partire dai Paesi più poveri…

(vedi allegato)