“Con la Settimana Santa entriamo nel cuore del mistero cristiano. Vi entriamo sui passi di Gesù, con la fiducia che proprio dalla sua morte e risurrezione fioriscono, anche in un tempo pesante come il nostro, la speranza e la pace”. Lo sottolinea don Ivan Maffeis, sottosegretario e portavoce della Cei, ricordando che “le misure restrittive poste a tutela della salute pubblica ci impediscono di ritrovarci come comunità, ma non per questo possiamo rinunciare a vivere la Pasqua”. Un primo modo, spiega, “è partecipare alle celebrazioni attraverso i media, seguendo il Santo Padre, il vescovo, il parroco: Tv2000 e il Circuito Inblu accompagneranno l’intero calendario del Papa”.
Per don Maffeis, però, è fondamentale anche “assicurarsi uno spazio e un tempo per la preghiera personale e familiare”. “Le parrocchie, le diocesi, la Cei – ribadisce – offrono sussidi perché chi è costretto a stare a casa non sia privato della possibilità di unirsi spiritualmente al Triduo Pasquale”. Con il suggerimento, aggiunge, “di alcuni gesti concreti, di servizio, di accoglienza reciproca, di dialogo tra generazioni”. “Penso – continua – ad Avvenire, gratuito nella sua versione online, e all’agenzia Sir: strumenti che ci aiutano a pensare, ad approfondire, a riscoprire un senso di appartenenza più profondo”. “Questo l’impegno – conclude – con cui vivere questo tempo santo, con un’attenzione e una preghiera particolare per chi è provato dalla malattia, dalla sofferenza e dal lutto”.