In assenza del periodico diocesano “Insieme”, il Vicario Generale della Diocesi di Andria, don Gianni Massaro, sintetizza le principali azioni messe in atto dalla Chiesa locale in questo tempo di emergenza sanitaria.
«Sebbene le chiese parrocchiali in questo periodo, per le ben note e necessarie misure sanitarie, non brulichino di fedeli e abbiano sospeso le consuete attività, incessante è l’azione della Chiesa locale che non ha mai smesso di testimoniare l’amore di Dio e di farsi prossima in particolare a quanti vivono nel dolore e nella sofferenza. Il nostro Vescovo non poteva di certo indicare, all’inizio dell’anno pastorale, allorquando eravamo totalmente ignari di ciò che è poi avvenuto, immagine evangelica più incisiva di quella del Buon Samaritano per sollecitare la comunità diocesana e ogni singolo fedele ad essere, soprattutto nel momento attuale, “un luogo sicuro dove ogni uomo, soprattutto chi è in difficoltà possa ricevere premura e attenzione”. (cfr Lettera Pastorale “Si prese cura di lui” di Mons. Luigi Mansi).
Un’attenzione espressa, in primo luogo e in diverse occasioni, dal nostro Vescovo che quotidianamente, con la Celebrazione Eucaristica, prega dinanzi alla reliquia della Sacra Spina, icona della sofferenza di Cristo e di tutti i nostri fratelli, trasferita all’inizio della pandemia dalla Cattedrale nella cappella dell’episcopio.
Abbiamo visto il nostro Pastore, nei giorni scorsi, recarsi al Santuario della Madonna dei Miracoli, Patrona della Diocesi, per affidare alla Vergine Maria la Chiesa locale, recarsi anche presso il Cimitero per pregare per i fratelli defunti, rivolgere, inoltre, ai fedeli una lettera di incoraggiamento e di vicinanza e soprattutto chiedere incessantemente al Signore che ci liberi dalla tempesta dalla quale improvvisamente siamo stati assaliti.
La parola Vescovo si avvicina al termine pastore. Ed è compito del pastore custodire il gregge allontanando tutto ciò che può nuocerlo. Questo servizio di sorveglianza è simboleggiato dal pastorale che richiama il bastone con il quale il pastore incoraggia il gregge ad attraversare i passaggi difficili e allontana le bestie e i briganti che cercano di aggredirlo.
I sacerdoti di Minervino Murge si sono invece ritrovati, lo scorso 13 marzo per una supplica particolare dinanzi al SS. mo Crocifisso Nero, ritenuto miracoloso per gli interventi prodigiosi ottenuti a favore della cittadinanza. L’ultima volta che, infatti, il Crocifisso è stato prelevato e portato in processione per una circostanza simile è stato il 10 maggio del 1901 a causa della siccità.
Tutti i sacerdoti della diocesi celebrano, inoltre, ogni giorno nelle parrocchie la Santa Messa e sebbene siano soli, portano sull’altare le ansie e le inquietudini dei propri parrocchiani, perche, così come afferma San Pier Damiani, “specialmente quando si celebra l’Eucarestia non si è mai soli ma si è contenuti dalla Chiesa e si contiene tutta la Chiesa”.
I fedeli, poi grazie al prezioso servizio offerto dalla emittente televisiva Teledheon e alle dirette streaming possono unirsi alle diverse celebrazioni trasformando così le proprie case in vere chiese domestiche e sperimentare la vicinanza di Dio che mai abbandona i suoi figli.
Non solo vicinanza spirituale bensì anche gesti concreti di carità.
È vero che l’evangelico invito “non sappia la tua destra quello che fa la sinistra” quando si fa del bene è più che mai d’obbligo, ma non si possono tenere nascosti gesti che fanno bene al cuore e che stanno aiutando ad affrontare con tenacia questo momento così difficile.
Ed è così che la Caritas Diocesana non ha mai smesso di assicurare gratuitamente, attraverso i volontari, tutti i servizi come la distribuzione dei detersivi e dei viveri a domicilio, il ritiro dei farmaci presso le farmacie, la disponibilità telefonica di vicinanza alla cittadinanza. Anche i servizi nella Casa di Accoglienza “Santa Maria Goretti”, in questi giorni, sono tutti garantiti e i volontari stanno rispondendo con ancor più senso di responsabilità offrendo, in particolare, un concreto sostegno agli anziani e ai bisognosi. La sartoria sociale “La Teranga”, gestita dalla Comunità “Migrantesliberi e che fa riferimento alla Casa di Accoglienza, ha poi pensato bene di cucire mascherine che sono state distribuite in Città e su richiesta del Direttore Generale, don Gianni De Robertis, della Fondazione Migrantes della CEI donate circa tremila mascherine destinate ai senza fissa dimora sparsi sul territorio nazionale.
A Canosa sono stati igienizzati tutti gli ambienti della mensa sociale “Casa Francesco” gestita dalle parrocchie e predisposto l’asporto di circa 60 pasti giornalieri in vaschette monouso ai più poveri della città.
Anche il progetto “Senza Sbarre”, che attua la misura alternativa al carcere, nonostante le difficoltà del momento, continua ad essere un segno di speranza per quanti intendono ricostruire un futuro che abbia un sogno bello per sé e per la società in cui vivono.
Encomiabile il sostegno offerto, dai cappellani dell’Ospedale “Lorenzo Bonomo” di Andria, agli ammalati che più di altri avvertono il bisogno di incrociare le mani e il cuore di Cristo, buon samaritano, e di sentire la sollecitudine della Chiesa nei loro confronti. L’impegno pastorale ospedaliero non è solo rivolto ai pazienti ma anche agli operatori sanitari che, pressati da emergenze e turni massacranti, stanno offrendo una testimonianza di grande generosità e dedizione.
Qualche giorno fa, inoltre, il Vescovo ha consegnato, a favore dell’emergenza sanitaria della BAT, al Direttore Generale della ASL BAT, la somma di 15.000,00 euro, frutto della generosità dello stesso Vescovo e dei sacerdoti della diocesi che hanno così voluto testimoniare una vicinanza e una prossimità concreta e non solo spirituale, al popolo di Dio.
Accanto all’accompagnamento spirituale e ai gesti di carità, anche una proposta culturale. Con l’iniziativa, infatti, #raccontidacasa il Museo e la Biblioteca Diocesani stanno pubblicando e presentando, sui propri profili Facebook, Instagram e Twitter, alcuni capolavori datati tra il XVI e il XIX secolo presenti nella collezione del Museo e che rappresentano idealmente un itinerario intrecciato di arte, fede, storia e cultura.
Ed infine, a partire da ieri nel sito della diocesi (www.diocesiandria.org) vi è una bacheca temporanea con i nominativi dei fratelli e delle sorelle deceduti in questo periodo che, per il rispetto delle misure sanitarie, non hanno ricevuto la rituale Celebrazione esequiale. L’intento è quello di fare in modo che la comunità diocesana doni, con la preghiera, il conforto di una Chiesa vicina e attenta alle situazioni di dolore.
Sono tanti piccoli e semplici gesti che vogliono esprimere il desiderio di essere, anche e soprattutto nel tempo del coronavirus, una Chiesa desiderosa, come il Buon Samaritano, di offrire, in particolare a chi soffre, aiuto ed insieme speranza e consolazione».