La diocesi di Cremona, il cui territorio coincide solo in parte con la provincia (avendo parrocchie anche nelle provincie di Milano, Bergamo, Mantova), è percentualmente la zona più colpita dal contagio.
Nelle difficoltà subito emerse, ovunque i sacerdoti hanno continuato ad avere quotidiana attenzione pastorale alle diverse esigenze, innanzitutto spirituali, delle proprie comunità. La diocesi sta curando diverse iniziative di comunicazione: sito diocesano, social network e stampa locale, per tener vivo il senso di appartenenza, offrire momenti di celebrazione e preghiera, presentare iniziative ed esperienze.
Vogliamo ora focalizzare quanto si sta facendo sul piano caritativo, di solidarietà e assistenza. Le parrocchie, spesso attraverso le Caritas e le San Vincenzo parrocchiali, sono impegnate su tutto il territorio diocesano, accanto ai gruppi giovanili e alle associazioni che fanno parte della comunità cristiana: promuovono iniziative, spesso in accordo con i propri Comuni, per garantire, in questa fase di emergenza, azioni mirate a favore dei soggetti più fragili, in particolare degli anziani o di persone in quarantena che sono prive di una rete familiare. Vi è infatti la necessità di fornire a molte persone la spesa, i pasti, piccole cose che assicurano servizi primari e senso di prossimità. Tutto questo nel rispetto delle normative, garantendo la sicurezza di tutti. Riassumiamo brevemente i principali interventi concreti attuati e progettati dalla diocesi, a vari livelli.
- La Diocesi è attenta alle esigenze economiche legate all’emergenza sanitaria: un primo contributo di 30.000 è stato offerto all’Ospedale maggiore di Cremona. Una ulteriore colletta promossa dal vescovo tra i sacerdoti e i diaconi della diocesi, in occasione del Giovedì Santo, ha già superato la cifra di 62.000 euro, è ancora aperta e sarà destinata alle principali strutture ospedaliere del nostro territorio, come segno della profonda complementarietà tra “medici del corpo e medici dell’anima”. Infine, la zona pastorale 5 ha avviato una specifica raccolta fondi a favore dell’Ospedale “Oglio-Po”.
- Sollecitata dall’Associazione “uniti per la provincia di Cremona”, la Diocesi ha assicurato che parteciperà con un proprio contributo economico alle spese per l’accoglienza di malati Covid in alcuni alberghi della città.
- La Caritas Diocesana ha supportato le parrocchie, le Caritas e le San Vincenzo parrocchiali, nell’approvvigionamento di viveri e beni di prima necessità, per sviluppare ulteriormente la distribuzione di pacchi alimentari o di pasti d’asporto alle famiglie del territorio, anche a domicilio, in collaborazione con Comuni e altre realtà del terzo settore.
- La Caritas di Cremona ha messo a disposizione, nelle strutture della città e di Caravaggio, 30 posti gratuiti per operatori sanitari che arrivano a prestare servizio da altre città o regioni, o che non rientrano in famiglia dopo il lavoro per non mettere a rischio i familiari.
- Il dormitorio di Cremona continua la sua disponibilità per l’accoglienza dei senza fissa dimora, prolungando i mesi di apertura e mantenendo la possibilità di fermarsi anche durante il giorno, fornendo colazione pranzo e cena.
- Acquisto di dispositivi di protezione individuali e materiali per l’igienizzazione: fornitura a tutti gli operatori e ospiti delle varie strutture; sanificazione, ove necessario, degli ambienti.
- Servizi educativi e di orientamento per gli stranieri: informazione e sensibilizzazione circa le norme di comportamento per emergenza Covid, anche con il supporto della Polizia locale.
- Il Centro d’ascolto diocesano è impegnato nel mantenere i collegamenti con i volontari e le parrocchie (a volte i centri parrocchiali sono chiusi), per venire incontro alle esigenze di singoli e famiglie provenienti dal territorio (es. famiglie di giostrai). Si utilizza questo tempo, necessariamente “fermo”, per incontrare, fornire pasti a stranieri fuori dai percorsi CAS e, attraverso colloqui individuali, programmare il futuro.
- I tre Consultori di ispirazione cristiana presenti in Diocesi (Cremona, Caravaggio, Viadana) offrono un sostegno psicologico telefonico a distanza, innanzitutto agli operatori sanitari, allargato a tutti coloro che avvertano la necessità di essere ascoltati.
- La Diocesi, attraverso l’Ufficio diocesano di Pastorale della salute, si mette a disposizione, tramite un numero telefonico dedicato, di tutti coloro che nell’emergenza coronavirus sentono la necessità di un sostegno di carattere spirituale a distanza.