Tu, fior della mia pianta percossa e inaridita… questo verso del Carducci ritorna in mente all’inizio della fase 2 della pandemia da Covid19. Il poeta, premio Nobel per la letteratura, piange la perdita immane di suo figlio Dante, noi tutti, dopo aver sofferto per la morte di tanti nonni, ci consoliamo per la nascita di tanti bambini in questo terribile tempo: figli non
del Coronavirus, ma figli nostri. Figli che sbocciano alla vita offrendo a tutti il profumo della speranza… che non muore e non si arrende. Mai!
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