Pace a voi! Rivolgiamo a ciascuno di voi, presbiteri, diaconi, persone consacrate, fedeli delle nostre comunità cristiane, le stesse parole che Gesù rivolse ai discepoli la sera del primo giorno della settimana. Apparendo loro, “mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei” (Gv 20,19), il Risorto dona lo Spirito Santo, la cui effusione si rinnova il giorno di Pentecoste, aprendo le loro bocche intimorite e trasformandoli in annunciatori del Vangelo (cf. Lc 2,1-11).
Silenzio, timore, isolamento sono parole che conosciamo bene, dopo il lockdown che ci siamo appena lasciati alle spalle. Ma fanno parte del vocabolario dell’esperienza di fede di queste settimane anche sentimenti, atteggiamenti, gesti, azioni che abbiamo letto Domenica nella Liturgia di Pentecoste: sulla comunità dei credenti di oggi il Signore rinnova i prodigi della Pentecoste e non fa mai mancare il dono della pace, della consolazione, del coraggio e della perseveranza nella fede e nella testimonianza.
Tornando a vivere assieme l’Eucaristia in questi giorni, pensiamo che anche in voi, come è capitato a ciascuno di noi, ci sia stata gioia e commozione a fronte della nostalgia di ritrovarci come comunità di discepoli di Gesù, specialmente di Domenica.
Vorremmo ripartire non con un desiderio acritico di normalità, tanto per ritornare a fare le cose di prima: ferite, dubbi, fatiche, inquietudini, che hanno segnato molti di noi, devono interpellarci e trovare nelle nostre comunità il luogo di una condivisione e rielaborazione fraterna.
Questo vale anche per l’agire pastorale delle nostre parrocchie che ci auguriamo colgano l’opportunità di un autentico discernimento: “Ci chiami a cogliere questo tempo di prova come un tempo di scelta. Non è il tempo del tuo giudizio, ma del nostro giudizio: il tempo di scegliere che cosa conta e che cosa passa, di separare ciò che è necessario da ciò che non lo è. È il tempo di reimpostare la rotta della vita verso di Te, Signore, e verso gli altri” (papa Francesco, Momento straordinario di preghiera in tempo di epidemia, Piazza san Pietro, 27 marzo 2020).
Questo discernimento è importante anche per il tempo dell’Estate che è ormai alle porte e che tradizionalmente è un periodo ricco di esperienze di formazione per tanti bambini, ragazzi, adolescenti e giovani: Gr.Est., Estate Ragazzi, Campi scout, campiscuola parrocchiali riempiono le agende estive delle parrocchie, dei movimenti e delle associazioni ecclesiali, segnando indelebilmente – come è accaduto per molti di noi – la crescita personale, le relazioni, la fede, le scelte per il futuro e la vocazione.
La situazione sanitaria impone l’attuazione seria e responsabile dei protocolli di sicurezza stabiliti dalla Regione Veneto, richiede la presenza costante di adulti nei piccoli gruppi di bambini e ragazzi, stabilisce dei parametri ben precisi entro i quali proporre le attività e i giochi. Tutto questo può scoraggiare o spaventare tanti, specialmente chi non sente di poter assicurare tutte queste condizioni o di individuare le forze sufficienti. Eravamo abituati a ben altri numeri e le proposte che potevamo assicurare a centinaia di bambini ragazzi e adolescenti si vedono inevitabilmente e drasticamente ridimensionate.
Potremo fare poco ma farlo – facendolo bene! – potrebbe significare inserirsi nella logica del piccolo seme di senape (Mt 13,31), osando anche nuove strade e proposte inedite, riscoprendo ciò che è davvero essenziale anche nelle iniziative pastorali abituali, tendendo una mano a molte famiglie in difficoltà e soprattutto ascoltando la domanda anche inespressa di ragazzi e adolescenti profondamente segnati dall’esperienza della pandemia.
Vorremmo quindi incoraggiarvi affinché, con attenzione e nell’osservanza dei protocolli, come comunità, presbiteri, operatori pastorali, membri dei Consigli Pastorali, educatori, possiate confrontarvi insieme e tentare delle umili proposte per offrire a bambini, ragazzi, adolescenti e giovani delle opportunità di incontro, preghiera, ascolto della Parola di Dio, condivisione, gioco,… facendo rete anche tra adulti e giovani, movimenti e associazioni presenti in parrocchia, ma anche cercando di creare alleanze con le altre agenzie educative del vostro territorio e con le amministrazioni locali.
Come vescovi e come ciascuno di voi, abbiamo a cuore la crescita delle nuove generazioni e vorremmo esortare giovani e adulti a raccontare ai più piccoli con la propria vita, la bellezza della dedizione gratuita, del servizio disinteressato e appassionato, la gioia d’essere discepoli di Gesù nella Chiesa.
Ai giovani che hanno compiuto i 18 anni e ai loro educatori vorremmo poi suggerire di inserirsi, con lo slancio e la fantasia che li contraddistinguono, nelle diverse iniziative caritative del territorio diocesano e parrocchiale: la situazione che stiamo vivendo fa emergere povertà nuove e vecchie e chiede a ciascuno di aprire gli occhi, di mostrare compassione e di avvicinarsi a tanti fratelli e sorelle feriti e soli, come ci indica Gesù nella parabola del Buon Samaritano (cf. Lc 10,25-37).
Gli Uffici di Pastorale dei Giovani delle nostre Diocesi, le Caritas diocesane e parrocchiali, presbiteri, educatori, giovani e adulti, tutti possiamo fare squadra per esplorare queste possibilità anche inedite e aiutarci a realizzare delle proposte nei prossimi mesi.
Noi vi siamo accanto e confidiamo in voi.
Francesco Moraglia, Patriarca di Venezia, Presidente CET
Giuseppe Pellegrini, Vescovo di Concordia-Pordenone, Segretario CET
Giuseppe Zenti, Vescovo di Verona
Corrado Pizziolo, Vescovo di Vittorio Veneto
Beniamino Pizziol, Vescovo di Vicenza
Adriano Tessarollo, Vescovo di ChioggiaClaudio Cipolla, Vescovo di Padova
Pierantonio Pavanello, Vescovo di Adria-Rovigo
Renato Marangoni, Vescovo di Belluno-Feltre
Michele Tomasi, Vescovo di Treviso