TELECAMERA E CROCE

Monreale. Notizie sulla peste a Monreale nel 1625 e la devozione al Ss. Crocifisso

L’arcivescovo Girolamo Venero, che esercitava contemporaneamente il servizio ecclesiale e il potere civile e penale, nel 1625 in occasione di una malattia contagiosa che interessò gran parte della Sicilia, se da una parte imponeva in modo severo l’isolamento igienico e le quarantene, dall’altra parte raccomandava la pratica delle “quarantore” e il “precetto pasquale” e organizzava una solenne processione del Crocifisso. Nei bandi emanati dall’arcivescovo si minacciava la pena di morte per chi fosse entrato o uscito dalla città senza i dovuti controlli, si ordinava di tenere pulite ed odorose le case, si proibiva soprattutto ai bambini e alle donne di uscire di casa e di girare per la città, si raccomandava di tenersi almeno a dieci palmi di distanza dalle persone contagiate, si controllava perché i generi alimentari avessero un prezzo giusto e modico.

Nel 1625 in cui la  città di Monreale, fu funestata dalla peste e dalla siccità  per volontà delll’arcivescovo Girolamo Venero il Crocifisso fu portato in Cattedrale dall’11 al 19 aprile. Si legge in un documento dell’epoca:”

“[…] Ultimamente, nel corrente anno 1625, l’11 aprile, quando a causa della siccità, tutti i frutti della terra erano in pericolo, ed anche mentre la peste rattristava la felice città di Palermo e recava anche una certa molestia alla nostra città abbiamo condotto attraverso le vie pubbliche della nostra città il santissimo Crocifisso alla detta metropolitana Chiesa e dal giorno di venerdì in cui uscì dalla sua chiesa fino al sabato della settimana successiva in cui la mattina solennemente e trionfalmente ritornò nel suo tempio, la terra fu talmente ricolma di acqua e di fecondità che per gli altri otto giorni successivi la pioggia non smise, non senza grande comune meraviglia e letizia e non dico solo della nostra città, ma anche della maggior parte di tutto il nostro Regno di Sicilia e anche la peste cominciò a diminuire da quel giorno […].

Dal verbale del 14 aprile 1625 per mano dei Deputati della Sanità si apprende che l’arcivescovo Venero ha mobilitato il popolo in data 11 aprile 1625 ad una solenne processione del SS. Crocifisso per chiedere la grazia della cessazione della peste,“[…]da venerdì in qua nel qual giorno Mons. Arcivescovo fece fare una processione col Santissimo Crocifisso quale speriamo per sua misericordia ci darrà la gratia d’estinguersi il male[…]”.

Il provvedimento della Deputazione dalla Sanità, presieduta dall’arcivescovo Venero, il 30 aprile 1625, decreta“[…]per ogni strata si faccia foco et luminarie, in honore del Sanctissimo Crucifixo, incominciando da questa sera per tre sere continue, et che li deputati delli quartieri debiano ordinare in ogni strata ci siano almeno tre fochi et luminarie, et similmente si faccia nel lazzaretto[…]”,(È questo l’atto di nascita della festa del SS. Crocifisso, che da allora si celebra nei giorni 1, 2, 3 maggio).

Nella relazione della visita pastorale del 1710 sotto l’episcopato del Card. Francesco Giudice, per la prima volta che viene descritto in tutta la sua potente bellezza il SS. Crocifisso; vengono delineati con estrema precisione tutti i sette veli con i loro colori, e per  la prima volta  si parla di 40 uomini vestiti di bianco,  che sulle nude spalle a piedi scalzi portano la Vara dorata con il SS. Crocifisso per la festa del 3 maggio.