Il 24 marzo 2020 presso la Santa Casa di Loreto, l’Arcivescovo Delegato Pontificio, mons. Fabio Dal Cin, ha celebrato la Santa Eucarestia nell’occasione del centenario della Beata Vergine di Loreto, Patrona degli aeronauti.
“Fratelli e sorelle, seppur impossibilitati a raccoglierci in festosa assemblea per l’emergenza sanitaria, non possiamo lasciar passare sotto silenzio questo momento di lode e di ringraziamento a Dio nel giorno in cui ricordiamo il Centenario della proclamazione della Beata Vergine di Loreto Patrona Universale dei
viaggiatori d’aereo. La Santa Casa secondo l’antica tradizione è stata trasportata in volo dagli angeli su
questo colle con la Vergine che regge il Bambino seduta sul tetto a protezione del volo. È questa devozione che ha ispirato gli aviatori reduci della Prima Guerra Mondiale ad affidarsi alla Vergine di Loreto quale loro Celeste Patrona. E così il 24 marzo di 100 anni fa (nel 1920) Papa Benedetto XV la dichiarava Patrona principale presso Dio di tutti gli aeronauti. Come Maria aveva protetto la sua Casa nel volo dalla Terra Santa all’Occidente, così avrebbe protetto tutti gli aerei coni rispettivi passeggeri”.
Una celebrazione diversa da quella prevista. L’emergenza ha portato ad una funzione a porte chiuse, ma
con collegamenti televisivi e multimediali che hanno accorciato le distanze. Mons. Dal Cin ha così raccolto il suo pensiero in questo tempo giubilare, ma di emergenza, nell’omelia: “mi sono più volte chiesto: come mai proprio in questo anno dedicato a Maria, mentre la sua Immagine stava attraversando i cieli per abbracciare il mondo intero, facendo scalo nei principali aeroporti d’Italia, in quelli internazionali di tutti i continenti, nelle Basi dell’Aeronautica Militare, l’umanità sta attraversando quest’ora buia di paura e di morte. E mentre mi chiedo: Perché? Perché succede tutto questo? Affiorano alla mente le parole di Gesù rivolte a Pietro nella notte del Giovedì Santo, capirai dopo! (Gv 13,7). Anche a noi non è dato di capire subito tutto ciò che sta succedendo in questo Anno Santo che doveva essere un evento ecclesiale da condividere nella festa per rinsaldare legami e amicizie in onore della Vergine di Loreto”.
Al temine della Santa Messa l’Arcivescovo ha pronunciato le parole di affidamento alla Vergine per tutti gli aeronauti. Un momento di forte significato, di cui negli archivi del santuario non vi è memoria di un
precedente. L’Arcivescovo, accendendo una lampada, segno di fede e devozione a Maria, ha affidato alla
Vergine lauretana tutti gli aviatori civili e militari, gli aeronauti, i passeggeri e quanti operano nel volo. In questa emergenza sanitaria questa preghiera sale ancora più forte al cielo, nel pensiero di quanti,
soprattutto nell’aeronautica militare si stanno spendendo ogni giorno per la salute delle persone.
È stato un momento molto emozionante quando durante la proclamazione dell’atto di affidamento sopra il santuario ha sorvolato un caccia, quasi a raccogliere la benedizione invocata. Infatti, per tutti gli uomini e le donne dell’arma azzurra, il Generale S.A. Alberto Rosso, Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare, ha inviato un messaggio, letto dal Don Bernardino Giordano. “La presenza dell’Aeronautica Militare a Loreto” scrive” in questa giornata così particolare sarà testimoniata da alcuni nostri velivoli che, nello svolgimento delle normali attività operative ed addestrative, sorvoleranno nell’arco della giornata la Basilica che custodisce la Santa Casa in un simbolico pellegrinaggio aereo che sostanzia la nostra presenza ideale e devota”.
Anche mons. Santo Marcianò, Ordinario Militare d’Italia, a nome di tutti gli ordinari militari del
mondo ha inviato il suo saluto “Siamo tutti uniti nell’Eucarestia da Lei, Eccellenza, celebrata oggi nella
Santa Casa di Loreto, che ci raccoglie tutti in un pellegrinaggio del cuore, sacramento di quel pellegrinaggio del cammino che avremo voluto compiere dalla vergine di Loreto, nostra amata patrona. “Maria, è segno di speranza per l’umanità in questo momento drammatico che stiamo vivendo: “E proprio nei momenti in cui cadiamo per i nostri peccati, e fatichiamo a camminare in questi momenti difficili, per la malattia, per la sofferenza, per i disagi dovuti alle necessarie restrizioni che dobbiamo rispettare, Maria ci è vicina e come una madre ci prende per mano, ci solleva per portarci a Dio Padre, che sempre ci attende e del quale noi abbiamo sempre bisogno”, ha ricordato nell’omelia l’Arcivescovo.