Il Comitato Tecnico Scientifico raccomanda che, per le cerimonie religiose nei luoghi di culto chiusi, il numero di fedeli non superi i 200. Mille è invece il limite per le Messe all’aperto.

È stato firmato questa mattina, a Palazzo Chigi, il Protocollo che permetterà la ripresa delle celebrazioni con il popolo. “Il Protocollo è frutto di una profonda collaborazione e sinergia fra il Governo, il Comitato Tecnico-Scientifico e la CEI, dove ciascuno ha fatto la sua parte con responsabilità”, ha evidenziato il card. Gualtiero Bassetti, ribadendo l’impegno della Chiesa a contribuire al superamento della crisi in atto.

Venerdì 27 marzo, alle 18, il Papa presiede un momento di preghiera sul sagrato della Basilica di San Pietro, con la piazza vuota.

“I nostri sacerdoti celebreranno senza popolo, ma per tutto il popolo, affideranno al Signore la sofferenza degli ammalati e la preoccupazione delle famiglie, invocheranno la sua misericordia per i defunti, chiederanno per ciascuno il grande dono di non perdere la bussola in mezzo a questa tempesta”.

“Mentre i Paesi europei si chiudono, sono le nazioni povere a saper mettere un segno di solidarietà incredibile”, sottolinea il sottosegretario della Cei, ricordando l’aiuto offerto all’Italia da Cuba e Albania.

“Siete una grande nazione, un grande popolo, grazie per la testimonianza che state dando”, dice mons. Gjergj Meta, vescovo di Reshen e segretario della Conferenza episcopale albanese.

Come vivere il Triduo Pasquale senza i tradizionali riti? Alcuni suggerimenti arrivano dall’Ufficio Catechistico Nazionale e dall’Ufficio Nazionale per la Pastorale della Famiglia della CEI che hanno elaborato tre Sussidi destinati alle famiglie, ai bambini e agli adolescenti.

Con la crisi segnata dalla pandemia, la promozione dell’ospitalità religiosa si fa ancora più urgente. Da ottobre 2020 a marzo 2021 arrivano gli Open W-End.

Una mail arrivata alla redazione del sito https://chiciseparera.chiesacattolica.it restituisce l’impegno e la finalità più profonda di un progetto voluto dalla Segreteria Generale della Cei.

“Siamo incoraggiati a dare voce ad un’emergenza parallela a quella specificatamente sanitaria, che deve diventare sempre più centrale nell’affrontare i giorni che ancora ci aspettano: l’emergenza dello spirito”, si legge in una lettera aperta.